Santi di ghiaccio e fiori di mare

Un fiore simbolico

Non è infrequente trovare sulla spiaggia o meglio in prossimità della dune il semplice ma bellissimo giglio di San Pancrazio. Si tratta di un giglio bianco il cui bulbo ha una qualità particolare: navigare da una sponda all’altra del mare senza deteriorarsi.

In effetti il bulbo può essere raccolto dalla marea e può essere trascinato dalle onde per lungo tempo, anche attraversando un mare. Quando poi si riverserà su una nuova costa potrà finalmente fiorire regalando scenari marittimi di rara bellezza.

Il perchè del nome

Questo giglio porta questo nome perché San Pancrazio è un santo che nacque a Sannada nella Turchia occidentale ma si spostò a Roma dove fu martirizzato nel 304 sotto l’imperatore Diocleziano. Era un ragazzo, aveva appena quattordici anni. Il giglio è simbolo di purezza e perciò è stato dato questo nome al fiore, ma anche per il fatto che dall’Oriente si spostato verso l’Occidente gettando il seme della fede. Questo fiore si comporta allo stesso modo: affronta il mare e poi germoglia dove riesce ad attecchire.

Un santo di ghiaccio

San Pancrazio rientra nei cosiddetti “santi di ghiaccio” per la sua ricorrenza (12 maggio) coincide con quel periodo primaverile che spesso si contraddistingue per alcune anomalie del clima prima dell’arrivo della stagione calda. Un po’ quello che al contrario accade per San Martino.

Anche a Ravenna

Cosi come si può incontrare il fiore sulla nostra costa, altrettanto possiamo incontrarlo nei mosaici ravennati.

Nello specifico nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, ai piedi del corteo dei santi martiri troviamo numerosi fiori. Spesso viene ripetuto il giglio di San Pancrazio per evocare il movimento che questi santi hanno fatto andando dall’Occidente verso l?oriente e viceversa.

Si sa, dove circolano le cose, circolano anche le idee.